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Omelia Maria di Magdala 2021

Maria di Magdala

Mc 16, 9-15

Magdala 10 aprile 2021

Fratelli e sorelle carissimi,

il Signore vi dia pace!

In questi giorni abbiamo ascoltato diverse volte i vangeli della risurrezione e i racconti delle prime apparizioni di Gesù risorto. Tutti i racconti hanno qualcosa di particolare proprio, ma in tutti vi sono due punti che ritornano e che sono un po’ il filo rosso che li accomuna: Maria di Magdala come prima persona alla quale appare il risorto e l’invio dei discepoli increduli in Galilea o a tutte le genti. Sono due punti essenziali della narrazione evangelica riguardo alla risurrezione. Ci possono essere aggiunte o modifiche, ma questi due punti sono presenti in tutti, in un modo o nell’altro.

Il Vangelo che è appena stato proclamato è quello di Marco, che è più sintetico. Per alcuni è addirittura un’aggiunta posteriore. Il brano proclamato sintetizza i racconti di risurrezione dell’Evangelista Giovanni. Cerchiamo, comunque, di capire cosa il Vangelo ci comunica con questo brano.

La prima apparizione a Magdala non è un dettaglio insignificante; è invece un dettaglio importante dell’annuncio evangelico. Perché Gesù appare innanzitutto a Maria di Magdala? All’inizio del Vangelo abbiamo una donna, la Vergine Maria. Alla fine del Vangelo c’è un’altra donna, Maria di Magdala. All’inizio c’è una donna che con il suo consenso accetta di divenire la Madre del Signore e lo accoglie nel suo seno, dando inizio alla storia della Redenzione. Al termine del Vangelo abbiamo una donna, Maria di Magdala, che entra per prima in relazione con il Signore risorto.

I Padri della Chiesa fanno un altro accostamento, a Eva: “Una donna per prima ha assaporato la morte, ma in Maria di Magdala una donna per prima ha visto la risurrezione; ciò sta a testificare che la donna non poteva portare in perpetuo tra gli uomini la colpa della trasgressione” (Beda il Venerabile).

Con la passione e morte di Gesù i discepoli avevano perduto la fede, tranne la Madre del Signore. Maria di Magdala, quindi, è colei attraverso la quale Dio, con l’incontro con il risorto, riallaccia il legame con gli uomini. Perché Maria di Magdala?

Essa è il simbolo della sposa infedele che Dio richiama alla sua intimità. Nell’Antico Testamento vi sono molte immagini attraverso le quali Dio chiama a sé e perdona la sposa infedele (Osea, Geremia, Ezechiele parlano dell’infedeltà della sposa, ma anche del perdono di Dio). L’annuncio a Maria di Magdala è l’annuncio dell’avvenuto perdono dell’uomo infedele, dell’uomo che ancora una volta con la crocifissione di Cristo ha detto “no” a Dio. Maria di Magdala era posseduta da sette demoni. Sette è un numero simbolico e sta ad indicare pienezza. In altre parole Maria di Magdala era davvero immersa nel peccato. Non sappiamo che di che genere, ma il peccato era diventato parte costitutivo della sua vita. Ma l’incontro con il Signore l’ha liberata, perdonata, salvata. Essa rappresenta, insomma, l’umanità peccatrice e perdonata. Questo è il motivo dell’apparizione a Maria di Magdala. Non potevamo essere rappresentati dalla Vergine Maria, perché Ella è sempre rimasta fedele, è senza peccato. Noi invece siamo peccatori. È Maria di Magdala, dunque, colei che ci rappresenta. Sulla croce la Madre del Signore diventa la nostra madre, mentre dopo la risurrezione è Maria di Magdala colei che ci introduce all’incontro con il risorto e ci fa accedere al perdono. La alleanza di Dio con l’uomo, in conclusione, viene ristabilita nell’incontro di Gesù con Maria di Magdala.

Essa è anche immagine della Chiesa. La chiesa che i padri della Chiesa chiamavano “Casta meretrix”, santa e peccatrice, è rappresentata da Maria di Magdala. La Vergine Maria è Madre della Chiesa e madre nostra, come ci ricorda il Concilio. Maria di Magdala, invece, è figura della Chiesa, che è composta da peccatori ma è allo stesso tempo riconciliata con il Padre dalla presenza di Cristo risorto.

Il risorto, incontrando Maria di Magdala, incontra la sposa infedele ma perdonata, l’umanità peccatrice ma bisognosa di misericordia; riallaccia il legame con i discepoli e con la Chiesa che si era spezzato con la crocifissione e morte di Gesù. La difficoltà degli apostoli a credere alla risurrezione ha bisogno di testimoni alla loro altezza, che siano come loro, come Maria di Magdala.

La Maddalena, però (ma questo lo vediamo soprattutto nel Vangelo di Giovanni), non è solo la peccatrice perdonata. È anche la donna che ha nel cuore il desiderio di Gesù e che cerca lui solo. Nel Vangelo di Giovanni dopo che i due discepoli hanno costatato che la tomba era vuota, sono tornati a casa (20,10), mentre Maria è rimasta nel giardino a cercare ancora il Signore. Non si dava pace, non demordeva. La sua insistenza nel cercare il Signore è stata ripagata dall’incontro con Lui, che l’ha poi chiamata per nome. Gesù si fa trovare per primo da chi ha il cuore rivolto in ricerca di Lui. Non è andato prima dai discepoli increduli, ma da Maria di Magdala che era alla ricerca del suo corpo, considerato perduto. Nel Vangelo si vede prima di tutto con il cuore, un cuore aperto, e poi con gli occhi. Gli occhi riconoscono ciò che il cuore ha già accolto.

L’altro punto dei racconti di risurrezione, dicevamo, è l’invio in Galilea e alle genti.

La risurrezione non può rimanere un atto chiuso in sé. Essa è il cuore della nostra fede e il culmine e il senso di tutta la vita di Gesù. Ed è destinato a tutti gli uomini.

Vi è ironia in questo passo del Vangelo. Quegli uomini che sono stati rimproverati da Gesù per la loro incredulità, sono gli stessi che sono inviati a predicare la sua risurrezione a tutte le genti nel mondo.

Gli Apostoli avevano bisogno di testimoni alla loro altezza, peccatori come loro, come Maria di Magdala, che era posseduta da sette demoni, ma che è stata salvata dall’incontro con Gesù. Così gli uomini di allora e di oggi hanno bisogno di testimoni alla loro altezza, peccatori come gli apostoli e come noi siamo oggi. Gesù ha bisogno di uomini normali, peccatori, ma allo stesso tempo felici di avere incontrato il tesoro che ha sconvolto la loro vita. Persone normali, ma che hanno il sapore pieno della vita, della risurrezione. Che diventino per se stesse testimoni di qualcosa di più grande di loro.

L’invito a diventare testimoni è rivolto a tutti i credenti. Noi tutti, peccatori perdonati, siamo tutti chiamati a diventare testimoni della risurrezione di Cristo.

Il percorso insomma è chiaro e Maria di Magdala ce lo indica espressamente: riconoscersi peccatori; incontrare il Cristo e lasciarsi perdonare da Lui; amarlo; riconoscerlo vivo in noi; testimoniarlo.

Se non ci riconosciamo peccatori, non abbiamo bisogno di Cristo e del perdono di Dio al quale egli solo ci fa accedere. Non possiamo nemmeno amarlo, perché non sentiamo il bisogno di lui, è una presenza che non ci comunica nulla e quindi non abbiamo nulla di cui testimoniare, tranne che noi stessi.

Ma se ci riconosciamo peccatori e permettiamo a lui, con umiltà di lasciarci perdonare, avremo accesso al suo amore, alla sua vita che irromperà in noi e che da sola diventerà annuncio. La salvezza ritrovata è la dracma perduta e ritrovata del Vangelo di Luca. Una volta ritrovata, la donna chiama tutte le sue vicine per rallegrarsi, non può tenerla per sé quella gioia (Lc 15,9). Una grande gioia non può essere trattenuta per sé, ha bisogno di esser comunicata.

Chiediamoci allora quanto Maria di Magdala ci rappresenta e sia realmente la nostra figura. Ci riconosciamo davvero tra i peccatori perdonati? La nostra vita esplode di gioia per una salvezza che abbiamo sperimentata? Il nostro cuore arde dal desiderio di incontrare il Cristo? O non siamo piuttosto come i discepoli del Vangelo, chiusi nel cenacolo in lutto e pianto? (v. 10).

Siamo qui tutti insieme per chiedere a Maria di Magdala di intercedere per noi e di introdurci alla gioia di Cristo risorto. Che diventi il nostro annuncio qui, oggi e nella vita di ogni giorno.

+ Pierbattista