Omelia di Mons. Pizzaballa in occasione della Preghiera di Riparazione
alla Concattedrale del Patriarcato latino di Gerusalemme
15 marzo 2020
Abbiamo ascoltato molte cose in questi giorni, e la cosa importante qui, ora, è l'Eucarestia, quindi sarò molto breve.
In queste ultime settimane tutto il mondo è cambiato, ogni cosa si è capovolta.
Tutto ciò che siamo abituati a fare… ogni cosa è cambiata: il commercio, il trasporto… tutto è paralizzato. Ogni cosa è in una specie di guerra globale.
Anche nella nostra Chiesa, abbiamo dovuto cambiare tutte le nostre tradizioni. Cosa più importante, non possiamo celebrare l'Eucaristia, che è il cuore della nostra vita di cristiani.
In molti luoghi non possiamo neanche ricevere l'Eucaristia, qualcosa di totalmente nuovo per noi, e che non abbiamo visto neanche in tempi di guerra.
Stiamo vivendo una strana Quaresima; stiamo vivendo in una specie di lunghissimo Sabato Santo, in cui non c'è nulla, nessuna celebrazione… nulla.
Solo due brevi considerazioni: innanzitutto, voglio ritornare a quello che abbiamo detto all'inizio della Quaresima, nel Mercoledì delle Ceneri. All'inizio di Quaresima abbiamo detto che siamo polvere, ed ora vediamo che lo siamo realmente.
Vogliamo avere il controllo su ogni cosa nel mondo, e un piccolo virus distrugge tutto.
Ci siamo ritrovati impotenti. Tutto quello che abbiamo costruito, tutte le nostre strategie, crolla. Vediamo che realmente non abbiamo potere su noi stessi, non siamo i padroni delle nostre vite.
Quindi, in questo contesto, è importante andare a ciò che è essenziale. Il lavoro è essenziale, le attività… tutte queste cose sono importanti, certo, ma abbiamo dimenticato che la nostra vita non è solo qui, su questa terra, in ciò che possiamo controllare in questa vita. La nostra vita è, e noi siamo fatti, per l'Eternità. Siamo fatti per qualcosa che è oltre... abbiamo bisogno di Dio!
In Lui noi viviamo l'Eternità, in Lui, il Dio rivelato in Gesù Cristo. Viviamo nell'Amore.
In Lui sperimentiamo il significato della Speranza.
Speranza non è lo stesso che ottimismo: Speranza è la capacità di dare un significato a quello che stiamo vivendo nella vita presente.
Secondo punto: che fare ora? Dobbiamo fare solo una cosa. Tra tutte le altre, dobbiamo fare una cosa: pregare! Non solo preghiera, ma dobbiamo ricominciare a fare quello che facevano i nostri padri, e che abbiamo dimenticato. Pregare insieme in famiglia. Non possiamo andare in Chiesa, non possiamo andare al lavoro, dobbiamo stare chiusi nelle nostre case, e suppongo che ci sono molte cose da fare a casa, molte opportunità: internet, televisione... Ma (è necessario) trovare un momento in cui la famiglia spegne tutto e prega insieme. E’ un'occasione, dal momento che di solito nella vita normale siamo sempre qui e là, non ci incontriamo per stare insieme, per mangiare insieme. Ma anche per dare insieme uno spazio a Dio. La preghiera in famiglia darà nuova vita alle nostre famiglie, e guarirà molte delle nostre ferite.
Dobbiamo anche pensare e pregare per tutti quelli che sono colpiti da questo Virus, ma anche per molti altri che a causa di questo Virus rimangono senza lavoro, senza prospettiva per il loro futuro, migliaia di famiglie ovunque.
Concludo che questa è una opportunità, e in questa opportunità noi, come Chiesa, come diocesi, tutti insieme, dobbiamo lavorare per trovare modi, attraverso la preghiera e la carità, per supportarci l'un l'altro, ed esprimere la nostra Comunità in un cuore solo, nella preghiera, come ho detto, e condividendo quello che abbiamo.
Il Signore benedica tutti noi. Amen.
+Mons. Pierbattista Pizzaballa
Amministratore apostolico Patriarcato Latino di Gerusalemme