TERRA SANTA - Dal 16 al 21 gennaio 2021, i vescovi del Coordinamento di Terra Santa hanno rivolto un'attenzione particolare agli effetti del COVID-19 sulla popolazione della Terra Santa e ai passi che sono stati compiuti dalle diverse istituzioni solidali e cristiane per combattere e far fronte alla realtà che il virus ha creato.
La prima sessione è stata tenuta da Sami El-Yousef, Amministratore Delegato del Patriarcato Latino di Gerusalemme, che ha parlato della situazione sanitaria, economica e spirituale delle istituzioni cristiane in Terra Santa durante questa pandemia di COVID-19 e dell'effetto dell'elevata disoccupazione sulla sussistenza di migliaia di fedeli. Sono stati evidenziati i problemi finanziari affrontati dalle Scuole del Patriarcato latino e da molte altre istituzioni cattoliche, ed è stata ampiamente discussa anche la possibilità che alcune di queste siano costrette a chiudere.
L’Amministratore Delegato ha anche ricordato ai vescovi le gravi sfide politiche che la popolazione locale sta ancora affrontando a causa dell'occupazione israeliana, in un momento in cui il mondo è invaso da un virus potenzialmente letale e si apprendono notizie sugli accordi di normalizzazione tra Israele e i Paesi Arabi. Ha detto loro che solidarietà e sostegno sono ancora necessari per cercare di porre fine all'ingiustizia ed arrivare a una pace durevole e giusta. Nella seconda giornata, hanno aperto il dibattito Sua Beatitudine il Patriarca Pierbattista Pizzaballa e Sua Eccellenza l'Arcivescovo Girelli, Nunzio in Israele e Delegato Apostolico in Palestina, illustrando la situazione e offrendone un’analisi.
Un'altra sessione è stata dedicata alle attività e ai progetti della parrocchia del Patriarcato latino e di alcune istituzioni cristiane nella Striscia di Gaza: il Thomas Aquinas Training Center, l’Ospedale Ahli Arab della Diocesi Anglicana di Gerusalemme, la Caritas Gerusalemme e i Catholic Relief Services.
In una presentazione video, p. Gabriel Romanelli, parroco della Sacra Famiglia, ha deplorato la mancanza di prospettive e possibilità per i giovani di Gaza. L'impossibilità di lasciare la Striscia è un altro dei problemi presenti in quel territorio. Sfortunatamente, il Covid-19 ha esacerbato la vita già difficile dei cristiani palestinesi a Gaza, che da più di un anno non hanno ricevuto il permesso di visitare le loro famiglie e i loro amici in Cisgiordania e a Gerusalemme. In circostanze normali, la Chiesa si batte con ogni mezzo per ottenere i permessi, perché almeno alcuni cristiani di Gaza possano celebrare il Natale a Betlemme e la Pasqua a Gerusalemme.
P. Gabriel ha rivolto un appello ai vescovi perché continuino ad offrire il loro contributo per conservare la presenza cristiana palestinese, che diminuisce ogni giorno, non solo a Gaza ma anche in Cisgiordania: "Non è un compito facile! È nostra responsabilità farlo, ma abbiamo bisogno di aiuto morale, spirituale e materiale ". Ha anche sottolineato l'importanza della creazione di posti di lavoro per i giovani e la necessità di creare progetti abitativi per le giovani famiglie.
I vescovi hanno poi ascoltato una presentazione sul Thomas Aquinas Training Center e hanno ricevuto un aggiornamento sui progetti nati per creare nuovi posti di lavoro per i giovani. Nel 2018, il Patriarcato latino ha iniziato un programma per l’incremento delle opportunità lavorative e il consolidamento delle capacità professionali, che mirava ad alleviare la povertà e fermare l’esodo dalla Striscia. Del programma hanno beneficiato fino ad oggi 45 giovani, uno di loro è Elias Fashho, che ha potuto condividere la sua esperienza con i vescovi del Coordinamento ed illustrare come sia riuscito a ottenere un lavoro come ingegnere informatico presso l'Aisha Association for Women and Child Protection dove lavora tuttora. Questa opportunità non avrebbe potuto arrivare in un momento migliore poiché Elias è stato licenziato dall'UNRWA (l'Agenzia ONU per i rifugiati di Palestina nel Vicino Oriente) che aveva perso i finanziamenti dagli Stati Uniti nel 2018.
Si sono poi susseguite diverse presentazioni. Il direttore generale dell'Ahli Arab Hospital ha parlato del personale sanitario e del programma di stage attuato per far fronte all’emergenza Covid, nonché del generoso sostegno da parte dei Catholic Relief Services ricevuto durante la pandemia-
Da parte sua, il direttore generale di Gaza della Caritas Gerusalemme ha parlato degli sforzi fatti dall'istituzione per combattere il Covid. Con la diffusione del virus in quell’area, la Caritas Gerusalemme ha attivato un piano di emergenza, preparato nel marzo 2020 in coordinamento con il Ministero della Salute, per fornire servizi medici ai pazienti Covid nelle loro case e alle persone che necessitano di altra assistenza medica. Il piano ha previsto l'attivazione di équipe mediche mobili, che sono state allertate dai soccorritori del Ministero della Salute per visitare il chiamante più vicino.
La Caritas Gerusalemme ha anche coordinato la consegna di 2.500 test diagnostici Covid-19 nel giugno 2020, una donazione di Papa Francesco al Ministero della Salute di Gaza.
Il Capo Ufficio dei Catholic Relief Services a Gaza ha concluso la sessione con una presentazione sulla loro collaborazione con le Suore delle Missionarie della Carità, che lavorano con i bambini disabili e gli anziani nel complesso della parrocchia della Sacra Famiglia.
La giornata conclusiva dell'incontro virtuale si è incentrata sui giovani e il ruolo dell'educazione nelle scuole cristiane. Ci sono stati interventi di direttori, insegnanti e studenti di queste scuole. Per le Scuole del Patriarcato latino in Palestina, il Direttore esecutivo, la signora Abeer Hanna, e la signora Diana Basir, un'insegnante del Collegio Al Ahliyyah, hanno spiegato le sfide e le soluzioni trovate per far fronte al cambiamento nel processo di insegnamento e di apprendimento dovuto alla pandemia. Due studenti della parrocchia della Sacra Famiglia di Gaza hanno poi parlato dei pro e dei contro dell'apprendimento a distanza durante il periodo di lockdown.