Prot. (1) 2035/2025
Gerusalemme, 14 settembre 2025
Esaltazione della S. Croce
Carissimi fratelli e sorelle,
il Signore vi dia pace!
L’anno del Giubileo si avvicina velocemente alla sua conclusione. È stato per tutti noi certamente un anno molto particolare. La grazia del Giubileo, infatti, si è calata dentro un contesto di violenza e di guerra che, anziché finire, sembrano aumentare sempre di più.
Per noi cristiani il Giubileo è un tempo di conversione, penitenza, misericordia, e perdono. Innanzitutto, per i nostri peccati, con la possibilità di ottenere l’indulgenza plenaria. E davvero abbiamo bisogno di perdono. La guerra, la violenza, le tante ingiustizie con le quali dobbiamo fare i conti ogni giorno, infatti, possono facilmente contaminare il nostro cuore, ferire le nostre relazioni, diventare inconsapevolmente il nostro linguaggio ordinario, il nostro modo di pensare e di agire, che poi riversiamo nelle nostre famiglie, nelle nostre istituzioni, nel nostro modo di stare nel mondo.
Eppure, anche per noi, aggiungerei forse soprattutto per noi, è importante fare memoria che questo anno di grazia, il cui tema è La speranza non delude (cfr, Rm 5,5), siamo chiamati ad una speciale conversione del cuore, a ritornare a Dio, a riscoprire le nostre radici cristiane e la bellezza della nostra fede. A guarire le relazioni che abbiamo ferito, a riscoprire la gioia dell’incontro con Cristo, colui che compie il Giubileo annunciando “l’anno di grazia del Signore” (Lc 4,19; cf. Is 61,1-2). Sì, anche per noi, nonostante la fatica della guerra, il Giubileo può diventare un anno di grazia, dove sia possibile ritornare a Dio con gioia. E forse proprio la drammatica situazione nella quale stiamo vivendo, con le sue gravi conseguenze sulla vita di tutte le nostre famiglie e istituzioni, consente a noi meglio che ad altri, di non perderci in considerazioni piccine e di corto respiro, ma di andare all’essenziale della vita nella nostra relazione con Dio e nella vita del mondo.
È un richiamo alla dignità di ogni persona, creata a immagine e somiglianza di Dio.
È un percorso di conversione che non finirà mai, certo, che trova la sua pienezza nella Comunione dei Santi, ma che in questo anno ha voluto ritrovare un impulso nuovo. E non deve essere solo un percorso personale. È tutta la nostra comunità, in quanto comunità, che si deve ritrovare nell’incontro con Cristo. Decidersi per Cristo, infatti, significa riscoprirsi Chiesa. E una Chiesa che si decide per Cristo, ritrova i suoi fratelli e sorelle, si rinnova e si rinvigorisce.
Credo, tuttavia, che sarebbe troppo poco limitare il significato del Giubileo ad una speciale conversione del cuore, ad un percorso esclusivamente spirituale e interiore. Il Giubileo deve diventare anche occasione per promuovere e chiedere giustizia, equità, e soprattutto solidarietà.
Per questo ci siamo chiesti in questi mesi, come dare espressione concreta a questo desiderio di cambiamento, di rinnovo, di ritorno a Dio e ai fratelli. E abbiamo pensato, nelle varie discussioni dei consigli diocesani, ad un possibile gesto di solidarietà che segni anche tangibilmente, nella vita della diocesi, il giubileo.
Anticamente, nel Giubileo biblico, tra i tanti gesti che venivano richiesti, vi era anche la remissione dei debiti. Anche nel Nuovo Testamento ritroviamo questo spirito. Lo vediamo nella parabola del Vangelo del servo che chiede perdono ma non sa perdonare (Mt 18, 23-35). Il ritorno a Dio, infatti, il perdono dei peccati e la restaurazione della relazione con Dio, non può mai essere separato dalla restaurazione delle relazioni umane.
Insieme ai Vicari Patriarcali, dopo aver ascoltato il parere dei Direttori delle Scuole, abbiamo compreso come diocesi che anche noi dobbiamo fare la nostra parte attraverso un segno concreto. Abbiamo quindi deciso di condonare tutti i debiti di tutte le famiglie verso le scuole del Patriarcato Latino per gli anni precedenti al Giubileo, cioè fino all’anno scolastico 2024-2025 escluso.
È stata una decisione non semplice da prendere, per i costi che essa comporta. E come potete immaginare i vari uffici amministrativi non hanno mancato di presentare le loro legittime preoccupazioni. Ma pensiamo sia comunque necessario compiere questo gesto e, ancora una volta, fidarsi affidandosi a Dio e alla Sua Provvidenza.
Ci auguriamo che questa scelta faciliti la vita delle troppe nostre famiglie in difficoltà e aiuti a ritrovare fiducia e speranza.
È importante ricordare, comunque, che il Giubileo non è solo momento di perdono e di grazia, ma è anche un tempo di responsabilità. La remissione dei debiti comporta da parte di tutti la decisione di impegnarsi a cambiare vita e ad assumere i propri impegni con responsabilità. Il condono di questi debiti, quindi, non elimina la responsabilità di nessuno, famiglie comprese, nei confronti degli impegni verso le scuole. È un tempo speciale che, proprio perché tale, resta un momento unico, che ci coinvolge come Chiesa, e che deve impegnare tutti a prendere sul serio le proprie responsabilità.
Chiedo, perciò, a tutti i direttori delle nostre scuole di implementare e comunicare subito agli interessati questa decisione e ai nostri amministratori di aggiornare i nostri libri contabili secondo quanto comporta la decisione presa.
La Croce di Cristo, che oggi celebriamo, illumini questo nuovo anno pastorale che sta per cominciare, e dia a tutti noi la forza di camminare nella Sua luce.
Con l’augurio di ogni bene per tutti,
†Pierbattista Card. Pizzaballa
Patriarca di Gerusalemme dei Latini
Cc:
Vicari Patriarcali di Palestina, Israele e Giordania
Direttori degli Uffici Centrali delle scuole LPJ di Palestina, Israele e Giordania
Direttori e direttrici delle scuole del Patriarcato Latino
Responsabili Amministrazione LPJ