" Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio" (Colossesi 3,1)
Noi, Patriarchi e Capi delle Chiese di Gerusalemme, inviamo dalla Città Santa della Resurrezione i nostri auguri pasquali di speranza ai cristiani di tutto il mondo. Da qui il nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo per primo ruppe i vincoli del peccato e della morte, risorgendo vittorioso dalla tomba. Da qui gli angeli chiesero per la prima volta alle donne presso la tomba: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto! " (Luca 24,5-6). Da qui il Signore risorto apparve per la prima volta ai suoi discepoli passando attraverso le porte chiuse, calmando le loro paure e dicendo loro: "Pace a voi!" (Giovanni 20.19).
Eppure, prima di questi momenti gloriosi, nostro Signore ha sofferto terribilmente per noi. Egli stesso lo ricordò ai due discepoli sulla via di Emmaus, chiedendo loro: "Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?" (Luca 24.26). E così, dopo l’ultima Cena con i suoi discepoli, Gesù pregò fino a sudare sangue nel Giardino del Getsemani, accettando obbediente il calice di dolore che gli era posto dinnanzi. Poi fu tradito, arrestato e portato via in catene. L'indomani fu falsamente accusato, condannato, picchiato e ingiustamente condotto a un'orribile morte sulla croce.
Paradossalmente, questo strumento di dolore e di morte sarebbe presto diventato il trono di gloria di Cristo. Da esso, nostro Signore pronunciò parole di perdono e di guarigione, anche se portava sulle sue spalle il peso schiacciante degli innumerevoli peccati e sofferenze dell'umanità. In questo modo, Cristo si è unito a noi nei nostri dolori, vincendo le forze del male con la Sua sottomissione amorevole alla volontà del Padre.
L'anno scorso è stato un periodo di grande dolore per tutto il mondo. A causa della pandemia di COVID-19, milioni di persone hanno sofferto duramente e molti sono morti. Altri milioni hanno dovuto affrontare grandi difficoltà economiche, l’isolamento, la solitudine e la disperazione.
Nostro Signore è stato con noi in tutte queste sofferenze. È ancora con noi. Il mattino di Pasqua, Cristo ci appare di nuovo, aprendo i nostri occhi per mostrarci il Suo volto sui volti dei nostri fratelli e sorelle bisognosi, invitandoci a raggiungerli con mani compassionevoli, portando loro la Sua guarigione, il Suo conforto, il Suo perdono . Queste sono “le cose di lassù” che ci chiama a cercare. Attraverso le nostre preghiere e le nostre azioni buone, nella potenza dello Spirito Santo, noi stessi siamo risorti con Cristo nella sua opera redentrice che riconcilia il mondo con Dio e noi stessi gli uni con gli altri.
In questo gioioso giorno di Pasqua, ci uniamo a tutta la Cristianità nel dedicarcii a questa sacro appello in questo periodo di crisi. Così facendo, preghiamo di poter dare nuova sostanza a quell'antica acclamazione di gioia scambiata in questo giorno santissimo, in una moltitudine di lingue, da milioni di cristiani nel mondo: “Alleluia. Cristo è risorto! È veramente risorto. Alleluia!”.