Un appello umanitario dalle Chiese di Gerusalemme:
Difendere la dignità e la presenza del popolo di Gaza
Gerusalemme, Terra Santa
14 febbraio 2025
Come custodi della fede e della coscienza cristiana in questa terra sacra, alziamo la nostra voce in segno di dolore e di ferma determinazione di fronte alle continue sofferenze di Gaza. La devastazione che si è svolta sotto gli occhi del mondo è una profonda tragedia morale e umanitaria. Migliaia di vite innocenti sono andate perdute e intere comunità sono in rovina, con i più vulnerabili - bambini, anziani e malati - che stanno sopportando difficoltà inimmaginabili.
In mezzo a questa angoscia, siamo costretti a parlare contro la grave minaccia di sfollamento di massa, un'ingiustizia che colpisce il cuore stesso della dignità umana. Gli abitanti di Gaza, famiglie che hanno vissuto per generazioni nella terra dei loro antenati, non devono essere costretti all'esilio, privati di ciò che resta delle loro case, del loro patrimonio e del loro diritto di rimanere nella terra che costituisce l'essenza della loro identità. Come cristiani, non possiamo essere indifferenti a questa sofferenza, perché il Vangelo ci ordina di sostenere la dignità di ogni essere umano. Le parole di nostro Signore ci ricordano che: "Guai a chi fa leggi ingiuste, a chi emette decreti oppressivi, per privare i poveri dei loro diritti e negare la giustizia agli oppressi" (Isaia 10,1-2).
In questo momento critico, riconosciamo e sosteniamo la posizione di Sua Maestà il Re Abdullah II di Giordania, del Presidente El-Sisi d'Egitto e di altri, la cui posizione ferma e di principio è rimasta chiara e incrollabile nel respingere qualsiasi tentativo di sradicare la popolazione di Gaza dalla propria terra. I loro sforzi incessanti per fornire aiuti umanitari, fare appello alla coscienza del mondo e insistere sulla protezione dei civili sono un esempio di leadership al massimo livello di responsabilità.
In questo stesso spirito, chiediamo anche il rilascio di tutti i prigionieri di entrambe le parti, affinché possano ricongiungersi in sicurezza con le loro famiglie. Facciamo inoltre appello a tutte le persone di fede, ai governi e alla comunità internazionale affinché agiscano rapidamente e con decisione per fermare questa catastrofe. Non si giustifichi lo sradicamento di un popolo che ha già sofferto oltre misura. Che la sacralità della vita umana e l'obbligo morale di proteggere gli indifesi prevalgano sulle forze della distruzione e della disperazione. Chiediamo un accesso umanitario immediato e senza restrizioni per coloro che hanno un bisogno disperato. Abbandonarli ora significherebbe abbandonare la nostra comune umanità.
Mentre eleviamo le nostre preghiere per coloro che sono in lutto, per i feriti e per coloro che rimangono saldi nella terra dei loro antenati, ricordiamo la promessa della Scrittura: "Il Signore sostiene tutti coloro che cadono e solleva tutti coloro che sono prostrati" (Salmo 145:14). Che il Dio della misericordia rafforzi gli afflitti, ammorbidisca i cuori di coloro che detengono il potere e porti una pace che sostenga la giustizia, preservi la dignità umana e salvaguardi la presenza di tutti i popoli nella terra a cui appartengono.
-I Patriarchi e i Capi delle Chiese di Gerusalemme
Traduzione a cura dell'Ufficio stampa del Patriarcato latino