GERUSALEMME - Da sabato 20 gennaio a domenica 28 gennaio 2024, le Chiese di Gerusalemme hanno aperto le loro porte, accogliendo fedeli e religiosi di altre tradizioni per un tempo di preghiera insieme. Questa settimana è sempre un'occasione per cercare ciò che unisce i cristiani, mettendo in evidenza la loro diversità, le loro specificità storiche e culturali, profondamente radicate in Terra Santa, uniche al mondo, sono presenti quasi tutte le Chiese.
"Amerai il Signore, tuo Dio, ..., e il tuo prossimo come te stesso" (Luca 10:27) è stato il tema per il 2024, preparato dai membri dell'Arcidiocesi cattolica di Ouagadougou, delle Chiese protestanti e della Comunità di Chemin Neuf del Burkina Faso, un Paese saheliano anch'esso in preda a una gravissima crisi di sicurezza, dove i cristiani, che rappresentano meno del 30% della popolazione, sono regolarmente oggetto di attentati e rapimenti.
A Gerusalemme, in unione con tutte le Chiese del mondo, è stata innalzata soprattutto una preghiera per la Pace, affinché ognuno veda il suo prossimo come un fratello da amare e trovi nel suo prossimo un fratello amorevole. Unanime è stato anche il ringraziamento e l'omaggio per le testimonianze di fede, speranza e carità che i cristiani continuano a dare di fronte alle avversità, in particolare a Gaza.
Come ha ricordato una delle omelie ascoltate durante la settimana, "tutti i numerosi santi martiri di Gerusalemme, la prima Chiesa del mondo, ci circondano. Pregano con noi e per noi" (Cattedrale armena di San Giacomo).
Ogni giorno, nei principali luoghi di culto cristiani della Città Vecchia, si susseguivano cerimonie incentrate sul Vangelo del Buon Samaritano e sulla recita del Padre Nostro.
I volti, che alla fine della settimana erano diventati familiari, erano pieni di contemplazione e trascesi dalla bellezza delle liturgie, mentre tutti sembravano cercare conforto e sostegno in questi incontri fraterni.
Le Chiese ospitanti sono state più che all'altezza di questa aspettativa, permettendo a tutti di entrare in preghiera e di "meravigliarsi del miracolo rappresentato dalla chiamata del Signore, che riunisce nel suo amore persone di tutti i ceti sociali, di tutte le nazionalità, con le loro differenze e persino con i loro disaccordi", come ha osservato l'abate Nikodemus Schnabel nella sua omelia al Cenacolo il 25 gennaio 2024.
Alcune testimonianze:
"È davvero un'opportunità unica fare questa esperienza a Gerusalemme, dove quasi tutte le tradizioni sono rappresentate. È una scoperta meravigliosa, che questa settimana ci permette di vivere con profondo rispetto per l'altro". (Sacerdote, studente dell'EBAF).
"Nella nostra vita quotidiana è una vera sfida partecipare a tutte le funzioni, ma per nulla al mondo ci perderemmo questi momenti con i nostri fratelli e sorelle" (Suora comboniana, Gerusalemme).
Sono molto grato alle Chiese per averci fatto conoscere la bellezza dei loro luoghi di preghiera e della loro liturgia, che mi interessa molto. Tutti gli sforzi di traduzione e trascrizione mi hanno permesso di capire e partecipare attivamente alle cerimonie, grazie mille" (Seminarista dei Padri Bianchi, Sant'Anna).
"È davvero importante vedere i rappresentanti delle Chiese mostrarsi reciprocamente amicizia e rispetto. Mi è piaciuta molto la benedizione che ognuno di loro è stato invitato a dare alla fine di alcune cerimonie, che ti ha fatto sentire accolto e riconosciuto" (Studente).
Per vedere tutte le foto:
Giorno 1 - Anastasis (Santo Sepolcro)
Giorno 2 - Cattedrale anglicana di San Giorgio
Giorno 3 - Cattedrale armena di San Giacomo
Giorno 4 - Chiesa luterana del Redentore
Giorno 5 - Parrocchia latina di St Sauveur
Giorno 7 - Chiesa copta ortodossa di San Giorgio