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Messaggio di mons. Pierbattista Pizzaballa per la Quaresima 2019

Messaggio per la Quaresima 2019

Carissimi,

ci apprestiamo a celebrare la Quaresima, “segno sacramentale della nostra conversione”. Vorrei che tutti noi, insieme alla nostra Chiesa, tornassimo alla consapevolezza che anima la liturgia e la fede dei cristiani in questo tempo: l’espressione che la liturgia userà in questi giorni, “quadragesimale sacramentum”, sacramento quaresimale, non è anzitutto opera nostra né una nostra invenzione: nei giorni che si aprono davanti a noi sarà Cristo stesso a entrare nei nostri deserti, a sperimentare le nostre tentazioni, e a unirci alla Sua vittoria perché possiamo, sempre di nuovo, partecipare con Lui al suo trionfo pasquale sul peccato e sulla morte.

Sento forte, per me e per la nostra Diocesi, in questi momenti così difficili per la Chiesa e per il mondo, quando la prova della nostra fede e della nostra speranza sembra farsi sempre più pesante, il bisogno di volgere lo sguardo al Signore, di rinnovare la mia e la vostra fiducia nella Sua presenza e nella Sua azione. Se la Chiesa non ha esitato a definire la Quaresima e la Pasqua “sacramentum”, è per ricordarci che ora, qui, Gesù stesso, nella forza dello Spirito e nell’obbedienza della nostra fede, si mette accanto a noi e percorre con noi la strada del deserto, fino a quando non arriveremo nel giardino di Pasqua, di fronte al Suo e ai nostri sepolcri, finalmente svuotati da ogni angoscia e dolore di morte.

È questo il dono e l’impegno della Quaresima: sfidare il deserto, affrontare l’aridità delle nostre vite e delle nostre attività, anche pastorali talvolta, senza cedere alle scorciatoie del miracolo, del compromesso, della sfiducia o, peggio, del peccato, ma condividendo la fiducia e la speranza di Gesù nell’amore del Padre e nella bellezza del Regno. Cristo nel deserto, nella tentazione, nello scoraggiamento, nella sfiducia, ha immesso la forza dello Spirito promessa a chiunque come lui si fida e si affida alla Parola di Dio. “Sta scritto” anche per noi che Dio è fedele, che anche a noi sono destinati angeli per consolare la nostra stanchezza e sostenere il cammino (Mc 1,13), che esiste anche per noi un esodo pasquale dalla morte alla vita, dalla schiavitù alla libertà, dalla sfiducia alla speranza.

In questo nostro tempo, in questa nostra Chiesa, in queste nostre comunità, così provate, a volte così simili al deserto quaresimale, si può celebrare “in spirito e verità” il sacramento quaresimale, se daremo ancora e sempre spazio all’ascolto della Parola di Dio, se “digiuneremo” dall’egoismo, dall’individualismo e dalla sfiducia, se accoglieremo il povero e il bisognoso: dentro le nostre vite, allora, liberate così da ogni falsa sicurezza, divenute così disponibili al dono e alla condivisione, potrà farsi strada la fecondità della Pasqua, che è Vita che nasce dall’offerta di sé.

“E poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio“ (2 Cor 6,1): personalmente e in comunità, ciascuno di noi, “in questo tempo favorevole” ritrovi occasioni di ascolto della Parola di Dio. Si torni a pregare nelle nostre parrocchie, si torni cioè ad ascoltare Dio prima che se stessi, si celebri con fede e convinzione il sacramento della riconciliazione; si torni a digiunare nella nostra vita, si torni cioè a rinunciare a ciò che riempie la pancia ma non sazia il cuore, si torni all’Eucaristia, quindi, non come a un rito ma come a una scuola dove imparare che solo l’amore, ricevuto e condiviso, sazia davvero la nostra fame di vita e di felicità; si torni a donare, più che ad accumulare, come ci ricorda con sempre maggiore forza il Santo Padre, perché non l’Io ma gli altri e la loro salvezza sono il motivo del nostro esistere e del nostro agire da cristiani e da consacrati.

Lo Spirito Santo, che spinge Cristo e noi nel deserto del mondo (Lc 4,1) perché con la nostra fede lo trasformiamo in giardino, ci illumini, ci accompagni e ci apra alla novità dell’esistenza pasquale.

La nostra diocesi è giunta ormai quasi al terzo anno di questo periodo particolare. È tempo, dunque, per i primi bilanci e le prime revisioni di quanto fatto e di quanto resta da fare. Invito tutti a voi a pregare in particolare per la nostra Chiesa, per i suoi pastori e per quanti operano in essa.

Buon cammino di Quaresima a tutti!

Gerusalemme, 5 marzo 2019

†Pierbattista Pizzaballa