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Conferenza delle Chiese in Medio Oriente: radicati nella speranza

Di seguito trovate il discorso di S.B. Pierbattista Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme, in formato PDF e una sintesi della conferenza.

NICOSIA - Un resoconto giorno per giorno della conferenza "10 anni dopo Ecclesia in Medio Oriente - Radicati nella speranza", che ha visto tutte le Chiese cattoliche del Medio Oriente riunirsi nella città di Nicosia per discutere l'impatto dell'Esortazione apostolica di Papa Benedetto e le implicazioni future per le Chiese della regione. By: Nicolawos Hazboun (photos) and Cécile Leca (text and photos)/ lpj.org

Primo giorno: discorso di benvenuto di Mons. Claudio Gugerotti, Prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali e Presidente del Simposio, e di Mons. Gian Petro Dal Toso, Non-Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici. Gian Petro Dal Toso, Nunzio Apostolico per la Giordania e Cipro, oltre a preghiere in diversi riti e a un intervento di Sua Beatitudine Pierbattista Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme, in cui ha presentato l'Esortazione, gli eventi che si sono verificati dopo la sua pubblicazione e, alla luce di essa, alcuni possibili orientamenti per le Chiese della regione.

Secondo giorno: dopo la Messa celebrata secondo il rito caldeo dal cardinale Louis Sako, la mattinata è stata divisa tra tre interventi. Il primo relatore, Mons. Paolo Martinelli, ofm cap, Vicario Apostolico per gli Emirati Arabi Uniti, lo Yemen e l'Oman, ha parlato dell'essenzialità della formazione cristiana e delle sue sfide. "La sfida fondamentale per la formazione cristiana", ha detto in particolare, "potrebbe essere riassunta in questi termini: si deve passare da un cristianesimo trasmesso per convenzione attraverso un legame sociale dato per assodato ad un cristianesimo trasmesso per convinzione, in grado di comunicare le ragioni della propria fede intercettando le nuove domande antropologiche che le nuove generazioni hanno nel cuore, suscitate dalle situazioni inedite che devono affrontare per lavorare, per vivere ed amare."

Il secondo relatore, il professor Youssef El-Haj (Università dello Spirito Santo di Kaslik, Libano - già consulente della Commissione per i rapporti religiosi con i musulmani del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso della Santa Sede), ha parlato delle relazioni musulmano-cristiane e di come, oggi, " il dialogo cristiano-musulmano non è più visto da entrambe le parti come un fatto sporadico, ma come un lavoro fondamentale, irreversibile e continuo che impegna tutte le Chiese del Medio Oriente in uno sforzo concertato".

Infine, Viola Raheb, consulente in comunicazione scientifica e progetti presso la Fondazione PRO ORIENTE, ha affrontato il tema delle libertà e dei diritti, menzionando le diverse sfide che interessano i cristiani di oggi, soprattutto i giovani, tra cui la diversità, l'instabilità politica ed economica, il tradizionalismo e il conflitto.

La giornata si è conclusa con discussioni di gruppo sui temi trattati durante la mattinata, seguita da una riunione plenaria, durante la quale sono state presentate le conclusioni delle discussioni e che si è conclusa con una preghiera.

Terzo giorno: Il terzo giorno della conferenza è stato caratterizzato dalla presenza di Sua Beatitudine Giorgio III, Arcivescovo ortodosso di Cipro, e dagli interventi della professoressa Mirna Abboud Mzawak, coordinatrice dell'Ufficio di pastorale femminile - Bkerke, e il signor Nadimm Ammann, membro del ROACO (Meeting of Eastern Church Aid Agencies). La signora Mzawak, che ha parlato dell'"impegno cristiano nello spazio socio-ecclesiale", ha presentato diverse statistiche sull'impegno dei cristiani, in particolare dei giovani, evidenziando alcuni aspetti positivi, soprattutto per quanto riguarda i "movimenti apostolici e i gruppi di preghiera", che sono molto più popolari rispetto al passato tra i giovani, nonché il sentimento di "appartenenza alla Chiesa" e di "essere missionario", che è più forte rispetto al passato tra i giovani. Questi fatti mostrano un "potenziale" che le Chiese in Medio Oriente non dovrebbero ignorare, mentre altri illustrano le debolezze all'interno della Chiesa, soprattutto nei settori dei media e della formazione cristiana. Infine, riprendendo le parole pronunciate da Mons. Pizzaballa qualche giorno prima, Mzawak ha concluso affermando che è necessario un "rinnovamento" delle Chiese per adattarsi ai nostri tempi, un rinnovamento che potrebbe essere ispirato dalla "primissima comunità di cristiani", che aveva "un cuore solo e un'anima sola". 

Dopo il suo intervento, Nadimm Ammann ha parlato di "Sfide e opportunità per le istituzioni cattoliche in Medio Oriente", sottolineando l'impegno umanitario di queste ultime, ma anche la necessità per la Chiesa di "impegnarsi ancora di più per andare incontro ai giovani e prendere sul serio le loro preoccupazioni, i loro sogni e i loro progetti di vita", per "sviluppare una pastorale con una visione specifica - una visione in cui i giovani possano riconoscersi". Ha inoltre sottolineato la necessità fondamentale di "sviluppo continuo e trasparenza", nonché di una più forte cooperazione tra le diverse Chiese in Medio Oriente. 

Come ieri, gli interventi sono stati seguiti da discussioni di gruppo e da un'assemblea plenaria, e si sono conclusi con una preghiera celebrata secondo il rito melchita.

Quarto giorno (ultimo giorno): La conferenza è stata chiusa il 23 aprile dal Mons. Claudio Gugerotti, presidente del Simposio, che ha rivolto alcune parole all'assemblea per chiudere le discussioni che si sono svolte nei giorni precedenti. Ha sottolineato la "bellezza", gli sforzi e le iniziative delle Chiese cattoliche in Medio Oriente, nonché il loro "coraggio" e la loro "ricchezza", evidenziando anche alcuni dei punti principali discussi durante la conferenza. "Spesso crediamo che Dio si aspetti sempre che siamo noi a parlare", ha detto, sottolineando la necessità per la Chiesa di "ascoltare" per "camminare insieme" come un unico corpo. Ha inoltre sottolineato la necessità che l'Occidente e l'Oriente si "abituino a uno stile diverso", libero dal "paternalismo" e da un semplice rapporto donatore-destinatario, ma caratterizzato da un "vero sostegno". Ha concluso dicendo: "Il nostro incontro inizia davvero ora, mentre ci prepariamo a tornare nelle nostre diocesi per cercare di attuare ed essere fedeli a ciò che abbiamo detto".

Dopo una sintesi dei quattro giorni, presentata dal Mons. Mounir Khairallah di Batrun (Libano), la conferenza, che ha visto 257 partecipanti e sei relatori principali, si è conclusa con una Messa celebrata secondo il rito maronita e presieduta dal Mons. Mar Bechara Boutros Rai, uno dei due cardinali presenti al simposio, l'altro è Mons. Louis Sako.

Incentrato, tra l'altro, su "collaborazione", "formazione cristiana", "giovani", "donne", "trasparenza", "pastorale", "migrazioni" e "autosufficienza", il convegno è stato anche un'occasione, come hanno sottolineato molti partecipanti, per "incontrarsi e conoscersi", di condividere "difficoltà e paure" ma anche "speranze e aspirazioni", in tutta la "diversità delle realtà ecclesiali, storiche e geografiche" della regione, e di ricordare che proprio qui, in Medio Oriente, sono nati i primi cristiani che hanno diffuso la gioia della Buona Novella in tutto il mondo.

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